Nel luglio del 2022 SITE ha completato l’installazione della fibra ottica ad Acquaviva d’Isernia, in Molise, piccolo comune di circa 400 abitanti.
Acquaviva d’Isernia si trova nella Valle del Volturno, splendida area molisana al confine con Lazio e Abruzzo. A 700 metri sul livello del mare, la località sorge in mezzo alla natura incontaminata e dà la possibilità di ammirare paesaggi suggestivi.
I lavori di installazione si sono concentrati nell’arco di un paio di settimane: un team di 10 tecnici SITE ha collegato alla rete 355 unità immobiliari, per una lunghezza totale dell’infrastruttura di oltre 3 chilometri. Oggi, i residenti di Acquaviva d’Isernia possono così contare su una velocità di connessione fino a 300 Mbps.
LA STORIA DI ACQUAVIVA D’ISERNIA
Alcuni reperti archeologici fanno pensare che i primi abitanti del territorio furono i Sanniti. Tempo dopo, i Romani costruirono qui un tempio dedicato ad Apollo.
Un vero nucleo abitativo si formò nell’VIII secolo, grazie all’insediamento di alcuni coloni che iniziarono a coltivare le terre di proprietà dell’Abbazia di San Vincenzo al Volturno.
L’insediamento sparì nell’881, quando i saraceni distrussero l’abbazia, per poi riformarsi nel secolo successivo. Poco prima dell’anno Mille, infatti, alcune famiglie si sistemarono sulla roccia in cui sorge ora Acquaviva, dando vita al primo borgo medioevale.
La zona dell’Alto Volturno, tra il 1045 e il 1053, fu sottratta all’Abbazia di San Vincenzo dalla famiglia longobarda dei Borrello, che costruì un castello. Grazie alla mediazione di Papa Alessandro II, i monaci dell’abbazia mantennero però il possesso di alcuni feudi, fra cui quello di Acquaviva.
Feudo e castello passarono nei secoli di mano in mano. Nel 1269 ne fu padrone Filippo d’Angosa e nel 1317 Iacovella di Ceccano. Successivamente, il feudo andò ai Conti di Popoli, quindi alla famiglia De Santo e, infine, ad Andrea Carmignano.
Acquaviva conobbe un grave terremoto nel 1805, mentre due anni dopo il comune venne assegnato al circondario d’Isernia. Nel 1928 fu accorpato al comune di Forlì del Sannio, per poi tornare comune autonomo nel 1946.
IL RITO DEL FALÒ PER LA FESTA DEL PATRONO
Ad Acquaviva d’Isernia è molto sentita la Festa del Patrono, dedicata a Sant’Anastasio.
Il 21 gennaio, vigilia della ricorrenza, la popolazione raccoglie nelle campagne circostanti grandi quantità di rami di ginepro. La legna viene poi deposta attorno a una croce di ferro, ai piedi della scalinata che fa accedere alla Chiesa di Sant’Anastasio.
Alla sera, avviene l’accensione del falò, l’evento clou della festa. Lo spettacolo delle fiamme è completato dai fuochi d’artificio e dalle esibizioni di uomini che si sfidano sollevando pesanti tronchi. La tradizione vuole che, durante il falò, la statua del santo venga collocata oltre le porte aperte della chiesa, rivolta verso il fuoco.
Il giorno successivo, il 22 gennaio, la Festa del Patrono è celebrata dalla banda musicale che percorre le vie del paese. Dopo la messa, si svolge una processione con il trasporto della statua del santo.
LUOGHI DA VISITARE
Il maggiore punto di interesse di Acquaviva d’Isernia è il Castello dei Carmignano, eretto dalla longobarda famiglia Borrello. Il castello fu costruito al centro del paese di fronte alla chiesa per contrapporsi simbolicamente al potere spirituale.
Composto da tre piani, il castello è stato convertito nel tempo da fortezza militare a palazzo signorile. Danneggiato dai terremoti del 1805 e del 1984, ma anche dalla Seconda Guerra Mondiale, ha subito negli anni diverse ristrutturazioni.
La Chiesa di Sant’Anastasio è caratterizzata dalla grande scalinata esterna, che la eleva notevolmente dal piano stradale. La facciata a capanna presenta un frontone triangolare con un orologio.
Sul lato nord, allineato al setto presbiteriale, svetta un campanile a tre ordini. L’interno della chiesa, a navata unica, ospita un bel presbiterio sopraelevato di un gradino, mentre l’altare maggiore è realizzato in marmi policromi.
Altro luogo da visitare ad Acquaviva d’Isernia è la Chiesa di Santa Maria Assunta. La sua costruzione risale alla prima metà del Settecento: la tradizione vuole che sia stata edificata proprio nel punto in cui sarebbe comparsa la Madonna.