La fibra ottica è arrivata anche a Ginosa, in provincia di Taranto. Tra settembre e dicembre 2022, SITE si è infatti occupata dell’installazione dell’infrastruttura in questo comune di oltre 20.000 abitanti.

Il centro pugliese è situato nelle falde meridionali della Murgia tarantina, a 240 metri sul livello del mare. Il comune, che include anche la località marittima di Marina di Ginosa, è l’ultimo della provincia tarantina prima della Basilicata.

Quello che circonda Ginosa è uno scenario suggestivo e variegato, che dalla gravina (una specie di canyon scavato dall’acqua nella roccia calcarea) si spinge fino al Mar Ionio, passando per pianure e paesaggi collinari in cui crescono vigneti, ortaggi e ulivi.

Per i lavori di installazione della fibra ottica a Ginosa sono stati impiegati mediamente 5 operatori al giorno, che hanno collegato alla rete 272 immobili, per una lunghezza totale dell’infrastruttura di quasi 20 chilometri. Grazie a questo intervento, i residenti possono oggi vivere connessi e usufruire di una velocità di navigazione fino a 1 Gbps.

LA STORIA DI GINOSA

La storia di Ginosa affonda le radici nell’antichità. La sua fondazione pare infatti risalire al 1500 a.C., ma ci sono tracce di insediamenti umani a partire dal periodo neolitico. La città conserva ancora testimonianze delle diverse popolazioni che si sono insediate qui nel corso dei secoli, tra cui quelle preclassiche, greche, romane, bizantine e normanne.

Durante le invasioni barbariche e le dominazioni successive, gli abitanti di Ginosa si rifugiarono nelle grotte, alcune naturali e altre scavate dall’uomo nel tufo delle gravine. In questo contesto, si sviluppò il monachesimo italo-greco, che contribuì alla vita spirituale e artistica della comunità. Risale a questo periodo la realizzazione di dipinti nelle chiese rupestri, di chiara ispirazione bizantina. Verso la fine del Medioevo, la popolazione lasciò gradualmente le gravine per insediarsi in collina, dove iniziò a svilupparsi l’attuale abitato.

Oggi Ginosa è un centro turistico molto frequentato. In particolare, la frazione di Marina di Ginosa è una delle località balneari più visitate del litorale ionico. L’afflusso di turisti è alimentato inoltre da motivi religiosi: nello scenario d’altri tempi delle gravine si svolge ogni anno nel periodo pasquale la rappresentazione della Passio Christi, una spettacolare manifestazione che coinvolge centinaia di figuranti.

CASE E CHIESE SCAVATE NELLA ROCCIA: LA CIVILTÀ RUPESTRE

In epoca romana, Ginosa ricopriva un importante ruolo strategico. In primo luogo, la sua vicinanza alla via Appia l’aveva resa una sorta di fortino militare. Inoltre, le sue pianure producevano grano per le esigenze alimentari di Roma e soprattutto dell’esercito.

Verso la fine dell’Impero Romano, la piana fu però abbandonata dai suoi abitanti, in fuga dalle violente scorribande germaniche e saracene. La popolazione si rifugiò nelle gravine, dando vita a una civiltà rupestre. In particolare, si svilupparono due villaggi rupestri, oggi conosciuti come “La Rivolta” e “Il Casale”.

Si trattava di vere e proprie città incastonate nella roccia, strutturate su più livelli, dotate di abitazioni, cisterne, ipogei, magazzini, stalle e mangiatoie. Non mancavano ovviamente le chiese, caratterizzate da affreschi e dipinti di grande valore artistico.

La civiltà rupestre a Ginosa ha lasciato un’impronta significativa nella cultura e nel paesaggio della regione. Oggi, molte delle grotte e delle chiese rupestri sono visitabili e rappresentano una testimonianza unica di un’antica tradizione. Attraverso queste strutture è possibile comprendere meglio il modo di vivere delle persone che hanno abitato la zona nel corso dei secoli.

LUOGHI DA VISITARE

La visita ideale a Ginosa inizia in Piazza Orologio, nel centro storico. La piazza, come suggerisce il nome, è caratterizzata dalla presenza della torre dell’orologio, un elegante edificio a base quadrata.

Altra tappa d’obbligo è la Chiesa Madre, luogo di culto sorto tra il 1496 e il 1515. La chiesa, in origine, fu intitolata a San Martino di Tours. Nel 1765 assunse il titolo odierno di Chiesa della Madonna del S.S Rosario, in onore della patrona della città.

Da segnalare anche il Palazzo Baronale del XV secolo, conosciuto anche come Castello Normanno. Questo edificio fungeva da dimora per l’amministratore e per il barone durante le sue visite in città.

La Chiesa di Sant’Antonio da Padova risale invece al XVII secolo. Presenta una navata dalla pianta rettangolare, una volta a botte e un campanile a vela.

La suggestiva Chiesa di San Leonardo faceva parte un tempo del villaggio rupestre “Il Casale”. Ci troviamo in realtà di fronte a due chiese sovrapposte, in cui la costruzione più recente (XIX secolo) sormonta quella più antica scavata nella roccia (XII-XIII secolo).

Interessante è anche l’Ex Caserma Francese, una piccolo complesso abitativo del XVII secolo convertito in caserma durante la dominazione francese.