Nel corso del 2021, la fibra ottica è arrivata anche a Riparbella, comune di 1.600 abitanti in provincia di Pisa. Il paese toscano si trova in Val di Cecina, nell’Alta Maremma, immerso in un paesaggio in cui dominano viti e ulivi.

I lavori infrastrutturali realizzati da SITE S.p.A. per conto di Open Fiber sono durati sei settimane, dalla fine di maggio all’inizio di luglio dello scorso anno. Oggi, una rete estesa circa 4 chilometri connette 600 abitazioni in modalità FTTH, permettendo di navigare fino a 1 Gbit/s.

Riparbella si aggiunge così alla lista dei comuni italiani che dispongono della Banda Ultra Larga e che da ora in poi potranno sfruttare i servizi digitali di ultima generazione con una velocità di connessione mai vista prima.

LA STORIA DI RIPARBELLA

Anticamente, il territorio in cui oggi sorge Riparbella era abitato dagli Etruschi. Proprio in queste zone sono stati infatti ritrovati reperti risalenti addirittura al 600 a.C. attribuibili a questo popolo. Tra i manufatti recuperati ci sono diverse anfore vinarie, testimonianza di come già allora una delle principali attività dell’area fosse la produzione di vino.

L’esistenza del borgo di Riparbella è attestata però attorno all’anno 1000, quando iniziò a formarsi un centro storico attorno a un castello poi scomparso. Con ogni probabilità, il toponimo Riparbella viene dal latino Ripa Albella, cioè “ripa bianca”, per via del biancore delle terre tufacee e sabbiose che ospitano il paese.

Dopo la fondazione del borgo avvenuta su iniziativa dei Conti della Gherardesca, in seguito a lasciti testamentari Riparbella passò nel 1157 sotto il controllo dell’Arcivescovo di Pisa. Nel 1406 fu conquistata dalla Signoria Fiorentina e nel 1477 venne totalmente distrutta durante la guerra tra Firenze e le truppe di Alfonzo D’Aragona Re di Napoli.

Nel Seicento, la Comunità di Riparbella divenne un marchesato, ma la realtà feudale ne frenò lo sviluppo sociale ed economico. Il borgo tornò a fiorire solo nel Settecento, grazie all’abolizione dei feudi, e nel secolo successivo arrivò ad accogliere quasi 4.000 abitanti.

DALLE ANFORE ETRUSCHE ALLE BOTTIGLIE D.O.C.

Quando si pensa alla Toscana si pensa anche, e soprattutto, al vino. L’attività enologica è tanto radicata oggi quanto lo era più di mille anni fa. Ricerche archeologiche dell’Ottocento effettuate nella collina del Belora hanno infatti rinvenuto rilevanti tracce etrusche, tra cui resti di tombe e anfore vinarie. Molti di questi oggetti sono custoditi al Museo Guarnacci di Volterra, mentre altri hanno trovato casa in diversi centri espositivi internazionali, tra cui anche l’Ermitage di Mosca.

Ad ogni modo, a Riparbella la passione per il vino non si è mai estinta. La vitivinicoltura ha ancora ai giorni nostri una posizione di rilievo tra le attività economiche della comunità e i vini prodotti nella zona sono rinomati per la loro qualità. Le caratteristiche del territorio, posto in una zona collinare a poca distanza dal mare, e le peculiarità del terreno su cui crescono i vigneti, fanno sì che i vini qui ottenuti abbiano grande struttura e personalità.

Fra le tante etichette prodotte in zona, quelle che vantano una certificazione sono il Costa Toscana IGT, il Toscano IGT e il Montescudaio DOC.

LUOGHI DA VISITARE

La storia di Riparbella è ben raccontata da un centro storico ottimamente conservato. Tra vicoli e palazzi antichi, spiccano la casa padronale del Marchese Carlotti del XV secolo e l’ottocentesco Palazzo Comunale.

Uno degli edifici più suggestivi di Riparbella è la Chiesa di San Giovanni Evangelista. Costruita verso la metà del 1800, sorge sulle rovine di una chiesa precedente di cui oggi rimane soltanto il campanile.

Più antico è invece l’Oratorio della Madonna delle Grazie, edificato nel Cinquecento, al cui interno è possibile ammirare un affresco della Madonna delle Grazie e tele raffiguranti Sant’Antonio Abate e la Vergine Assunta in cielo.

Dopo avere visitato il centro, si può poi proseguire la passeggiata nel verde. Riparbella è infatti immersa in una delle aree boschive più belle della regione, che ha come fulcro il Giardino Scornabecchi. Qui, gli amanti del trekking, delle escursioni in bici o a cavallo trovano numerosi sentieri da percorrere, circondati dalla vegetazione tipica della macchia mediterranea.

In mezzo alla natura incontaminata è possibile avvistare animali come il cinghiale, il capriolo, il daino, la volpe, il tasso, la lepre e lo scoiattolo rosso. Notevole anche l’avifauna, che comprende civette, barbagianni, allocchi, poiane, picchi, colombacci, tortore e ghiandaie. In tempi recenti è stata inoltre segnalata la presenza del lupo.