Lo scorso 4 febbraio SITE ha compiuto 75 anni. Abbiamo deciso di celebrare in modo speciale questo anniversario, lanciando un progetto editoriale che, durante l’arco dell’anno, percorrerà le grandi tappe storiche dell’azienda in via del tutto inedita. Lo farà dando voce al racconto di alcune persone che ne sono state protagoniste.

Oggi vi vogliamo parlare della fibra ottica in Italia attraverso le storie di due colleghi: Franco Pondrelli e Nicolangelo Di Rado. Due diverse generazioni che insieme hanno vissuto l’epoca in cui la fibra ottica si è fatta strada nel settore delle Telecomunicazioni, rivoluzionando il modo di lavorare dei suoi operatori e l’intero settore.

Sul finire degli anni ’80 la fibra ottica ha iniziato a muovere i primi passi nella realizzazione di infrastrutture di telefonia, cambiandone profondamente le dinamiche di connessione e di trasmissione dei dati, verso una modalità che oggi conosciamo come “ultraveloce”. SITE ha preso parte a questa rivoluzione che ha segnato per sempre il futuro delle Telecomunicazioni.

Tutto iniziò quando la nostra azienda venne messa alla prova dalla SIP, partecipando alle prime attività di sperimentazione sui nuovi cavi in fibra ottica. A questo scopo aprì un proprio laboratorio di ricerca e sviluppo. Nel 1990 ottenne infine l’omologazione a operare sul campo, grazie alla realizzazione del suo primo progetto di rete in fibra ottica che portò al collegamento di Ponte delle Alpi- Soverzene, in provincia di Belluno.

SCENARIO: L’AVVENTO DELLA FIBRA OTTICA NELLE TELECOMUNICAZIONI

La prima fibra ottica della storia venne brevettata nel 1956 per uso medico. L’attenuazione dalla luce al suo interno risultava essere molto alta, limitandone l’utilizzo alle sole brevi distanze. Il suo ingresso nel mondo delle Telecomunicazioni fu una vera e propria rivoluzione. Era il 1966 quando Charles Kao, ricercatore della Standard Telecommunication Laboratory, azienda inglese produttrice di cavi telefonici, pubblicò l’articolo che dimostrò che si poteva sviluppare una fibra ottica in vetro altamente puro, in grado di trasportare l’energia luminosa anche su lunghe distanze.

A seguito di queste scoperte, negli anni ’70 partirono in Italia le prime sperimentazioni sulla fibra ottica e lo studio sulla trasmissione delle informazioni. A occuparsene per primo fu il Centro Studi e Laboratori Telecomunicazioni (CSELT) di Torino, divisione di ricerca e sviluppo della SIP, in collaborazione con Pirelli. Il primo cavo ottico sperimentale venne poi installato all’interno del CSELT nell’ambito di un progetto pioneristico denominato COS2.

Nel 1977 vennero effettuate le prove sul campo nella città di Torino per la realizzazione del primo impianto cittadino, che collegava due centrali SIP (Stampalia e Lucento). Il cavo in fibra ottica utilizzato venne prodotto da Pirelli con le fibre ottiche dall’azienda statunitense Corning, realtà che nel 1970 produsse la prima fibra ottica destinata al mondo delle telecomunicazioni.

UOMINI NEL PROGRESSO: FRANCO PONDRELLI E NINO DI RADO

Franco Pondrelli e Nicolangelo Di Rado (per tutti Nino), durante il loro percorso professionale in SITE, hanno contribuito ad accogliere il cambiamento in azienda e a diffondere il progresso nelle comunità e nei territori, adottando una delle grandi sfide dell’innovazione: l’introduzione e la diffusione della fibra ottica, una tecnologia più performante e in grado di trasmettere un’elevata quantità di dati ad altissima velocità e per lunghe distanze. Parliamo di una tecnologia che negli anni ’80 stava iniziando a muovere i suoi primi passi, diventando presto la colonna portante della digitalizzazione in Italia.

L’INGRESSO IN SITE

Franco Pondrelli, classe 1959 e bolognese di nascita, entrò in SITE nel settembre del 1984, quando in Italia si realizzavano ancora le infrastrutture in rame per la diffusione della telefonia fissa.

Franco:Ho conosciuto SITE quando andavo a scuola, grazie a mio padre e a mio nonno che in famiglia gestivano un negozietto di rivendita di componenti per elettricisti, situato in via Donato Creti. Lì vicino c’era un cantiere SITE in corso. Purtroppo mio padre morì presto, il mese prima che io prendessi il diploma al liceo scientifico. Per dare una mano a mia madre, iniziai così a fare dei lavoretti, prima come autista, poi come magazziniere. Fu proprio lei a suggerirmi di fare domanda di assunzione a SITE, perché un’azienda così mi avrebbe garantito un lavoro stabile. Già all’epoca era ritenuta un’azienda solida. Sono stato dunque assunto a Bologna nel centro operativo di via Tuscolano 33 e dopo neanche un anno dal mio ingresso avevo fatto già un po’ di tutto. All’epoca si iniziava a lavorare cambiando attività ogni settimana: si facevano gli scavi, si tiravano i cavi, si passava alla palificazione e per un periodo ho fatto anche l’aiutante giuntista del rame.”

Nino Di Rado, abruzzese di origine, è nato nel 1946 a Fossacessia (CH). Il suo percorso in azienda iniziò nel lontano 1968 come Assistente e Geometra di cantiere, per poi diventare poco dopo Responsabile di filiale nella storica sede di Campobasso, in Molise. La sua carriera prese il via nello scenario del completamento della teleselezione in Italia.

Nino: “Prima di entrare in SITE nel 1968, lavoravo da un anno e mezzo in un’azienda, che operava in Abruzzo nello stesso settore. Ho conosciuto SITE quando ero a Vasto (CH) per posare dei cavi con la mia vecchia azienda. SITE aveva altri cantieri lì in zona e fu cosi che, durante una pausa pranzo al ristorante, ebbi l’occasione di conoscere il loro responsabile della filiale di Campobasso, il Geom. Mazzetto. Qualche mese dopo, quando lo rincontrai, mi propose di entrare in SITE. Ovviamente accettai. Avevo 22 anni quando venni assunto e iniziai a lavorare come Assistente – Geometra di cantiere, gestendo il personale e lo stato di avanzamento dei lavori, oltre ad altre attività. La filiale di Campobasso a cui facevo riferimento in quel periodo contava circa 45 dipendenti. Dopo un paio di anni Mazzetto andò via e io assunsi la direzione della filiale al suo posto. Erano gli anni del completamento della teleselezione in Italia, e questo scenario portò a una forte richiesta di collegamenti telefonici in casa. Prima della teleselezione si dovevano chiamare delle centraliniste che smistavano le chiamate. Con l’avvento della teleselezione, lo sviluppo delle infrastrutture per la telefonia ha avuto un boom, con la creazione di nuove reti telefoniche urbane ed extraurbane per collegare le frazioni di campagna, i paesi con altri paesi e le regioni con altre regioni, al punto da determinare l’incremento del personale in filiale fino a 160 unità.”

L’INGAGGIO PER DARE IL VIA ALLE SPERIMENTAZIONI SULLA FIBRA OTTICA

Intorno al 1986 si iniziò a parlare di omologazione per la realizzazione di impianti in fibre ottiche. Per tale attività vennero chiamate in causa le prime quattro aziende che lavoravano a livello nazionale per la SIP. Tra queste, c’era SITE.

Il Geometra Nino Di Rado, dopo aver gestito la filiale di Campobasso per circa 8 anni, venne trasferito per assumere il comando della sede di Reggio Emilia, fino a quando nel 1988 la Direzione Generale di Bologna gli offrì un nuovo incarico.

Nino:In quel periodo SITE stava affrontando una trasformazione epocale nelle sue attività, a seguito anche delle innovazioni che avevano preso piede nel settore delle Telecomunicazioni. Mi fu infatti chiesto di occuparmi dello sviluppo dei collegamenti veloci con l’utilizzo della fibra ottica. Io avevo un percorso di formazione da Geometra, ma la mia vocazione originaria è sempre stata un’altra: quella della meccanica e dell’elettronica, discipline che mi avevano sempre appassionato. Si trattava di ambiti innovativi che avevo sempre studiato per conto mio. L’azienda lo aveva capito e mi scelse pensando che fossi in grado di affrontare e portare avanti questa sfida di innovazione.

Iniziai così a studiare le fibre ottiche, le loro giunzioni, la tenuta meccanica, la tenuta termica, le condizioni ambientali operative, le protezioni delle stesse giunzioni, la posa in opera dei cavi e la terminazione della FO. Cercai i materiali, gli strumenti, gli OTDR, i Power Meter Optical, le prime giuntatrici Siemens, i connettori ottici e formai il personale. Franco Pondrelli fu il mio primo allievo.

Tutte queste attività di ricerca erano finalizzate a qualificare SITE e renderla idonea a realizzare impianti in fibra ottica al posto del rame. La SIP, sostanzialmente, voleva che le imprese operanti in questo settore fossero certificate e quindi pronte a prendersi in carico tutte le attività legate alla realizzazione dei nuovi impianti”.

 

La Direzione Generale reclutò così anche Franco Pondrelli, affidandogli il compito di affiancare Nino in tutte le attività di studio e sperimentazione sulla nuova tecnologia. Un compito che lo fece diventare il primo giuntista specializzato in fibra ottica nella storia di SITE.

Franco: “Grazie al diploma preso al liceo scientifico, fui scelto per fare le sperimentazioni sulla fibra. Ne fui molto contento perché trovavo l’attività interessantissima e molto prestigiosa, a quei tempi “fantascientifica”. Questa attività si tradusse a livello pratico nell’inizio di un percorso di sperimentazioni in laboratorio e di prove tecniche e pratiche sul campo, che durò poco più di un anno. Eravamo sotto la supervisione del Direttore tecnico, il signor Luciano Carroli.

Quando allestimmo il nostro laboratorio per lavorare sulla giunzione della fibra, il gruppo di lavoro era costituito inizialmente da me e dal Geometra Nino Di Rado, che era il mio capo. L’ho sempre reputato una persona geniale e un grande maestro. A quei tempi nessuno poteva insegnarti nozioni sulla fibra, perché era un’innovazione assoluta. Ma lui la studiò da autodidatta e si informò sull’argomento, così lavorammo insieme alle nostre sperimentazioni. Ero il suo braccio destro in campo: facevo le giunzioni e i report dei risultati, mentre lui metteva a punto tutto il resto delle attività. Sulle fibre di allora, avevamo inizialmente definito una serie di protocolli partendo dall’utilizzo delle fibre multimodali, per poi passare alla loro applicazione in campo utilizzando direttamente altre fibre, quelle monomodali (SM).

L’APPROCCIO SPERIMENTALE IN LABORATORIO

Per raggiungere l’obiettivo dell’omologazione, SITE allestì all’interno della Direzione Generale un laboratorio per effettuare i test necessari a valutare i comportamenti della fibra ottica durante le diversi fasi di lavorazione. Nino e Franco lavorarono in questo spazio per circa un anno, prima di passare alle attività in campo. La sperimentazione richiedeva un approccio alla giunzione del tutto diverso rispetto a quello tradizionale adottato per il rame.

Nino: “Abbiamo svolto tutta una serie di prove e verifiche sulle fibre attraverso l’applicazione di leggi fisiche (la riflessione, la rifrazione della luce, i raggi multimodali e monomodali, la dispersione modale e cromatica), fino alle prove manuali con la giuntatrice, in modo da avere la congruità meccanica, ma soprattutto la continuità ottica, la bassa attenuazione di giunzione affinché i segnali inviati sulle fibre potessero propagarsi per lunghe distanze. Il laboratorio era allestito con le bobine di fibre campione. Lì facevamo le prove di trasmissione e di attenuazione. Le sottoponevamo al banco di tiro e ne analizzavamo il comportamento.”

Franco, da giuntista in rame qual era, dovette cambiare il suo approccio alla giunzione. Le parole d’ordine da adottare per questa attività erano “massima precisione, pulizia e pazienza”.

Franco: “Giuntare la fibra in quegli anni era tutta un’altra musica! Innanzitutto dovevi lavorare in modo maniacale: la spellatura della fibra veniva fatta senza toccare il coating (la copertura di protezione) e questa operazione veniva fatta con il cloruro di metilene e l’utilizzo di una siringa senza ago. Il metilene lo mettevi sulla fibra e dopo pochi secondi il rivestimento si arricciava e si sfilava da solo. Non dovevi mai toccarla! Poi non esistevano taglierine, ma c’erano delle lamette bianche di allume di rocca. Una volta che avevi spellato la fibra con il metilene dovevi sfiorare quasi impercettibilmente la fibra e dargli un colpetto: questa si spaccava a 90° perpendicolarmente. Era un’operazione davvero molto manuale e di precisione.

Le prime macchine per la giunzione erano molto costose e avevano un sistema di avanzamento manuale: quando la fibra veniva fusa con l’arco voltaico per essere giuntata, collassava, e quindi occorreva compensare la mancanza di silicio facendo andare avanti una delle due fibre. Questa operazione era molto delicata e veniva eseguita con avanzamento micrometrico a mano. Quello della compensazione del materiale collassato era un gap che oggi non esiste più perché la tecnologia è arrivata a realizzare giuntatrici che lo fanno automaticamente.”

IL PROTOTIPO DI MUFFOLA

Oltre al progetto di omologazione, SITE partecipò alla realizzazione di un primo prototipo di muffola per la fibra ottica in grado di contenere fino a 100 giunzioni. A quel tempo questo sistema di protezione non era ancora diventato uno standard di mercato.

Nino: “Insieme alle prove per l’omologazione sulla fibra, la SIP ci chiese di realizzare un prototipo di muffola in grado di contenere i 100 giunti. Sapevamo già in partenza che non sarebbe diventato uno standard da adottare, perché la SIP nel frattempo stava facendo delle ricerche sul mercato internazionale. Chiedendoci di proporre un nostro prototipo, voleva in realtà metterci alla prova e testare il nostro livello di preparazione. Voleva insomma verificare se SITE fosse in grado di realizzare un impianto in fibra ottica nella sua completezza.

La muffola che creammo, grazie al collega Guido Macchiavelli, era sostanzialmente in metallo. Aveva un basamento quadrato 25×25 dotato di 4 ingressi cavo con un cappuccio di ferro e al suo interno c’erano le 10 schede porta giunti.”

Franco:Guido Macchiavelli, che faceva parte del nostro team di lavoro, era l’uomo di fiducia di tutta la SITE. Guido era in grado di realizzare qualsiasi cosa che gli venisse chiesta. Così, grazie alle sue abilità nella lavorazione del legno e del ferro, creò il nostro prototipo di muffola da presentare alla SIP.”

IL BATTESIMO DI FUOCO E L’OMOLOGAZIONE: SITE IN CAMPO PER LA PRIMA VOLTA CON LA FIBRA OTTICA

SITE realizzò il primo vero lavoro sul campo con l’utilizzo della fibra ottica nel 1990, collegando la località di Ponte nelle Alpi a Soverzene (BL), un paesino situato accanto al fiume Piave. Fu un battesimo molto importante per SITE, perché l’esperienza fece da spartiacque nella storia dell’azienda: sancì un netto salto in avanti rispetto al periodo degli esordi, in cui svolgeva solo lavori di scavo e posa dei cavi con il rame, innescando un periodo di crescita che ne segnò il futuro.

Dopo l’omologazione, SITE cominciò infatti a diversificare le sue attività e il suo portafoglio clienti, occupandosi anche della fibra ottica, di reti locali, ponti radio e segnalamento ferroviario.

Tra il 1990 e il 1991, dunque, grazie al prezioso contributo di Nino e Franco, SITE riuscì a ottenere l’abilitazione a operare con la fibra ottica. Nino di Rado seguì personalmente tutti i lavori.

Nino:Il primo lavoro sul campo a Soverzene, con il supporto della filiale di Belluno, consisteva nel creare un collegamento in fibra ottica tra Ponte delle Alpi e Soverzene. La fibra doveva andare verso la centrale elettrica di Longarone. Seguivo insieme a Pondrelli i lavori e l’addestramento del personale, sulla base degli studi e delle sperimentazioni già fatte in laboratorio a Bologna.

Per fare le giunzioni con la fibra ottica bisognava portare con sé un equipaggiamento ingombrante con strumenti consistenti e costosi, come ad esempio la giuntatrice e l’OTDR. Creammo per questo una sorta di laboratorio mobile con l’aiuto di Guido Machiavelli. Era un furgone adibito al trasporto di tutte le attrezzature. Il primo fu proprio quello che utilizzammo io e Franco Pondrelli a Ponte delle Alpi e che ci permise di fare i primi giunti in campo. Mi ricordo ancora che era il 6 gennaio ed eravamo da soli a Ponte delle Alpi, con oltre mezzo metro di neve, in questo furgone attrezzato a giuntare le fibre.  Progressivametne vennero formate nuove squadre fino a renderle autonome.”

Franco Pondrelli, il primo giuntista della fibra ottica di SITE, iniziò a fare formazione in campo.

Franco: “Questo battesimo del fuoco ci fece guadagnare l’omologazione con la SIP, con cui avremmo potuto lavorare ufficialmente con la fibra ottica.

Nella località di Ponte nelle Alpi c’era il problema dell’esistenza di una centrale elettrica e idroelettrica che metteva in difficoltà le linee telefoniche di Soverzene, perché i segnali di trasmissione erano disturbati dai campi elettromagnetici, ovvero “dall’effetto corona”. Fu questo il motivo per cui la SIP scelse quella località e ci chiese di realizzare un impianto sperimentale in fibra ottica al posto del rame. Si scelse la fibra perché tra le sue numerose qualità aveva la caratteristica di non interferire con l’elettricità e viceversa. Lavorammo adoperandoci per costruire armadi, per fare le giunzioni, le terminazioni nelle centrali e il resto.

Quando iniziammo a costituire una squadra di lavoro sul campo, la prima persona che mi venne affiancata fu il collega Livio Della Libera, originario di Belluno. Quando il lavoro a Soverzene venne completato, io e Livio ci separammo. Lui continuò a lavorare in SITE in quella zona; lo fece con una propria squadra diventando Assistente tecnico. Posso dire che, dopo di me, fu il secondo tecnico giuntista nella storia di SITE a specializzarsi in questo ambito.”

Foto fine anni ‘80: A sinistra Livio Della Libera e Franco Pondrelli in una piccola centrale delle Dolomiti.

DOPO LA FIBRA OTTICA

Dopo avere affrontato la sfida in campo in provincia di Belluno, Franco rientrò a Bologna e divenne Assistente Tecnico e insegnante per le nuove reclute fino al 1997, quando decise di lasciare SITE.

Franco: “Allestimmo il primo laboratorio della fibra per fare anche la formazione. Era collocato al piano terra della Direzione Generale di Bologna. Al suo interno riproducemmo una specie di campo di prova e inserimmo bobine di cavi in fibra, pozzetti finti, ecc. Ogni neoassunto passava circa un mese in laboratorio per addestrarsi su tutte le fasi di lavoro: giunzione, terminazione, collaudo. In pratica, con quei corsi l’allievo diventava quasi autonomo nello svolgimento delle attività.

In seguito a questa importante esperienza venni anche incaricato di occuparmi personalmente di tutti i collaudi in giro per l’Italia. I progetti che seguii in SITE agli esordi della fibra ottica non erano tanti: erano molto localizzati anche perché la fibra ottica era un’innovazione in corso di sviluppo. All’epoca, quelle infrastrutture costavano moltissimo e venivano commissionate solo a grandi aziende specializzate come la nostra. Nello stabilimento FIAT a Sulmona realizzammo le linee di montaggio in fibra ottica. Realizzammo poi altri importanti progetti per il settore della Difesa, dei trasporti ferroviari e nella sanità pubblica. Le attività che ho svolto mi hanno permesso di viaggiare in tutta Italia.”

Anche Di Rado rientrò a Bologna, assumendo l’incarico di responsabile della Direzione Tecnica.

Nino: “Quando SITE fece il salto di qualità, ottenemmo anche altre abilitazioni come quella per operare con i cavi in rame coassiali, per installare e fare attività di manutenzione dei Multiplex di Utente. Inoltre mi occupai della gestione delle prime attività sui ponti radio. Ricordo che per conto delle Ferrovie dello Stato realizzammo il collegamento isofrequenziale da Trento Sud fino al Brennero (circa 200 chilometri), garantendo le comunicazioni fra i treni e le stazioni della tratta anche in caso di frane, incidenti o sismi.

Verso la fine della mia carriera, dopo l’esperienza di Ponte delle Alpi, ho seguito un altro importate progetto di innovazione a scopo sociale. Si trattò di realizzare nel 1999 un percorso guidato per i non vedenti nella città di Bologna in occasione della sua proclamazione nel 2000 di “Città della cultura”. In seguito, il progetto venne replicato anche ad Ancona, a Pompei e nel museo di Viterbo. Posso dire che davanti alle innovazioni mi sono sempre posto in prima linea.”

EPILOGO

Concludiamo questa straordinaria “Storia ispirata dal progresso” chiedendo ai suoi protagonisti, Franco e Nino, se durante gli anni passati in SITE ci sono stati dei momenti particolarmente sfidanti o di cui conservano un ricordo particolare.

Nino:Per circa 37 anni SITE mi ha dato la possibilità di svolgere un lavoro che mi è sempre piaciuto. Gliene sono molto grato, perché nel farlo ho avuto la libertà di esprimermi e mettere in pratica le mie idee. Ho sempre messo l’anima nel mio lavoro e ne sono orgoglioso. L’ho fatto cercando di impegnarmi in tutto ciò che poteva essere necessario per il mio lavoro e per l’azienda. Ringrazio l’Avv. Stefano Borghi, Amministratore Delegato di SITE per aver sempre sostenuto le iniziative di innovazione tecnologica e di diversificazione delle attività che hanno motivato e che sono state alla base della mia pluriennale e continuativa attività lavorativa.

Le attività del nostro settore ti portano a esplorare l’Italia da cima a fondo. Ti puoi trovare spesso con condizioni meteorologiche sfidanti o in scenari naturali in cui non è sempre facile operare. Un ricordo che mi è rimasto impresso è di quando lavoravo ancora in Molise. Era il 1969, l’anno in cui mi sono sposato e in cui ci fu una nevicata impressionante. Per lavoro dovemmo andare in una località sciistica, Campitello Matese, in provincia di Campobasso. In quel caso dovevamo fare un intervento di manutenzione di un impianto telefonico che aveva smesso di funzionare, lasciando senza linea telefonica tutta la stazione sciistica. Trovammo, in alcuni punti, i pali del telefono, che di solito si elevavano 7 metri sopra al suolo, completamente sepolti dalla neve. Per arrivare ai cavi mancava appena mezzo metro! Non fu proprio un intervento facile…

Con enorme rispetto e stima, ricordo anche le figure dei due fondatori della SITE, il Sig. Sauro Borghi e Roberto Carroli, con i quali, oltre ai rapporti di lavoro, si erano instaurati anche cordiali rapporti personali. Insieme a loro c’era anche il Sig. Luciano Carroli, che in quegli anni ricopriva il ruolo di Responsabile del personale e di Direttore tecnico. Luciano è stato la mia figura di riferimento nello sviluppo delle varie innovazioni insieme al collega Guido Macchiavelli.”

Franco: “Dopo essere andato via da SITE e aver maturato nuove esperienze in altre realtà, nel 2010 sono ritornato in questa azienda fino ad andare in pensione nel gennaio 2022. Posso dire che SITE mi ha insegnato a fare di tutto, sia dal lato manuale e pratico, sia a livello di nuove tecnologie. Ho ad esempio imparato a utilizzare il computer, che all’epoca non sapevo neanche che cosa fosse, e Autocad per realizzare disegni, progetti, collaudi e altre cose. SITE mi ha dato tantissimo sotto tanti punti di vista. È stata come una famiglia.

Tra le numerose esperienze avute con SITE mi sono rimaste particolarmente a cuore quelle vissute nelle città di Trieste e Benevento, luoghi ricchi di storia e tradizione. Sono sempre stato un grande appassionato di reperti storici. Di Benevento ricordo in particolare una trasferta che risale a più di 30 anni fa. Sotto le mura longobarde della città, per poter procedere con la mia attività, dovetti aspettare che un gruppo di archeologi della Sovraintendenza terminasse uno scavo. Assistere al loro lavoro fu bellissimo. Una persona di quella squadra assestava dei colpi al terreno e con grande abilità era in grado di capire dal suono se là sotto ci fosse una fogna oppure una tomba antica. Un giorno ho addirittura assistito al ritrovamento di due capitelli romani.”